Le Ricamatrici
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Qualsiasi sacrificio, ma il corredo andava fatto!
Era quasi un impegno morale, appena nasceva una femmina si pensava subito a
prepararle il corredo, anche nelle famiglie più modeste.
Poteva variare nella quantità dei capi a seconda delle possibilità economiche
(tutto di 6, tutto di 12, ma si poteva arrivare anche a 18 di tutto), non però
nelle qualità delle stoffe e soprattutto nella confezione. Tutto quello che
poteva essere fatto a telaio veniva affidato alle tessitrici: lenzuola a due e
a una piazza, federe, salviette con le frange intrecciate ad arte dalla stessa
tessitrice, asciugamani ed asciughini che a volte venivano riquadrati con filo
rosso , così resistente, che il colore non si sbiadiva nemmeno per i tanti
bucati in quelle conche bollenti per il potente ranno. Poi c'erano i serviti da
tavola: tovaglie e tovaglioli per 12 o 6 persone lavorate ad opera ( intrecci
di cotone fino e lino).
I capi di stoffa fina venivano, invece, affidati alle ricamatrici.
Tutte le ragazze ambivano ad aver ricamato almeno un completo, non fosse altro
per esibirlo sul letto il giorno del matrimonio e nei giorni subito dopo un
parto, quando la puerpera riceveva le visite. Il giorno delle nozze tutti gli
invitati erano fatti passare nella camera degli sposi. La stanza colpiva per
l'imbiancatura di fresco, per le tende nuove ricamate e per il letto tutto
rifatto con il completo più bello: il lenzuolo la cui rovescia con la sua
sfilatura, gli intagli, i ricami, prendeva vita dalla coperta damascata marrone
con i rilievi in oro giallo, le coprifedere che spiccavano sui cuscini
ripetevano, in piccolo, il ricamo del lenzuolo, come pure i due asciugamani
appesi ai ferri del lavamano già pronto con la sua catinella e la brocca piena
d'acqua.
In campagna si usava che la sposa celando la timidezza, con un sorriso
impacciato, offrisse ai visitatori un goccio di vin santo nei bicchierini già
disposti su un vassoio sul canterano. Gli invitati mentre accettavano il
piccolo rinfresco, lasciavano nel vassoio accanto, una mancia.
"È una bella moda questa, dopo il regalo anche la mancia!" ironizzava
qualcuno sottovoce, eppure questo era il vero regalo per gli sposi: soldi tutti
loro, i regali venivano messi in famiglia. L'orgoglio della sposa era però
custodito nel baule, che spiccava in un angolo della camera.
Lì c'era il suo corredo, la sua dote! L'aveva già fatto ammirare capo per capo,
legati con treccioli di vari colori, alle amiche e a tutto il vicinato prima di
risistemarlo con cura amorosa nel baule nuovo di zecca che il falegname aveva
appena portato per poi caricare il tutto su un carro per trasferirlo nella sua
nuova casa. Dalle lenzuola alle federe, dall'asciugamano ai tovagliati, dai
fazzoletti da naso ai pannolini, dalle camice da notte a quelle da giorno molte
di queste abbottonate sulle spalle per il futuro allattamento, tutto era stato
marcato a punto sodo o a punto in croce.
La maestra ricamatrice impartiva lezioni a tutte le ragazze, perché finito
l'obbligo scolastico, si doveva apprendere un mestiere, che poteva essere:
ricamatrice, sarta da donna o da uomo. Fra tutte queste scolare si evidenziarono
quelle che possedevano un'attitudine spiccata per il ricamo, il gusto del
colore, del bello e molta fantasia.
Le giovani continuavano il lavoro del ricamo anche dopo sposate, era in fondo
un aiuto sicuro per mandare avanti la famiglia. Le donne che ricamavano
cercavano di sottrarre più tempo possibile ai lavori domestici e soprattutto al
riposo. Eccole lì sedute alla finestra più vicine possibile per rubare anche
l'ultimo filo di luce, a consumarsi gli occhi su quel lavoro di pazienza che
cresceva tanto lentamente sotto quell'ago svelto.
Il lavoro veniva conservato, con grande cura, in una vecchia federa e
custodito, in inverno, sempre lontano dai bracieri.
Le richieste di lavoro venivano soprattutto dalle famiglie dei poderi, in cui
c'erano i soldi, ma le donne non avevano né tempo né arte per ricamare,
comandate com'erano dal capoccia a lavorare nei campi, nella stalla o badare
alle pecore. Nella famiglia contadina, formata da tanti nuclei, i matrimoni
erano frequenti e tutti, in casa, ci tenevano tanto a non scomparire o ad
essere da meno dell'altro
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